Tutti coloro che si occupano di content marketing dovrebbero
“seppellire” completamente cinque falsi miti. In primis per se stessi. Vediamoli.
Mito n.1: il Content Marketing è facile (se paragonato ad alter
forme di promozione)
Considerando che il content marketing si basa su fattori
quali conoscenza, condivisione e fiducia, non vedo tutta questa semplicità. Una
semplicità, dunque, da sfatare! E’ facile costruire un rapporto di fiducia?
Spesso ci vogliono anni per crearne uno e un solo momento di negligenza per
distruggerlo. E, considerando che i rapporti tra gli utenti e i brand non sono
dotati dell’intensità di un rapporto umano, la creazione della fiducia è spesso
un processo incrementale.
Dunque, a differenza di una campagna pubblicitaria
vera e propria che ha una durata delimitata nel tempo, con il content marketing
si realizza una campagna lunga una vita, che affonda le radici nei sistemi
valoriali del brand e “umani”, intrecciandoli. In questa “relazione”, due sono
i fattori fondamentali per la creazione della fiducia, la trasparenza e l’autenticità.
Pensate ancora che il content marketing sia facile?
Mito n. 2: il Content marketing non richiede troppo tempo
Per smentire quest’affermazione basta solo prendere in
considerazione alcuni dei processi coinvolti nel content marketing:
- Sviluppo di una content strategy: che include l’analisi delle keyword, una ricerca di mercato, il SEO, controllo del sito, delle risorse, dei contenuti e molto altro ancora;
- Realizzazione costante dei contenuti: un lavoro intenso sotto tre punti di vista, tempo, pensiero e produzione;
- Distrubuzione e promozione dei contenuti: un aspetto, questo, che presuppone degli investimenti, come il social media marketing, l’e-mail marketing , ecc;
- Misurazione delle performance e dei risultati: analisi dei risultati e delle metriche di successo.
Poco
tempo, eh? Ne siete ancora convinti?
Mito
n. 3: il Content Marketing può essere automatizzato
“Send
it and forget it!”: ecco il motto del falso mito. Ci sono delle parti del content marketing che possono sicuramente essere automatizzate in una certa
misura, come il monitoraggio dei social, le alert o la distribuzione, ma è pur
vero che sono tante le aziende che automatizzano troppo. E non si può
automatizzare troppo. Anche perché i contenuti, ad esempio, non possono essere distribuiti
in tutti i canali di promozione con la stessa forma. Ogni canale richiede un
adattamento. E’ il caso ad esempio dei due social network per eccellenza,
Facebook e Twitter, nel primo non si hanno limiti nel numero dei caratteri,
anche se è sempre bene mantenere un certo livello di incisività, mentre nel
secondo è categorica la compattazione del messaggio in 140 caratteri.
Ecco ciò che non si dovrebbe assolutamente automatizzare:
- Strategia editoriale;
- Social media strategy;
- Community management (il rapporto con gli utenti richiede personalizzazione e rapporti one-to-one!);
- Realizzazione dei contenuti.
Mito n. 4: il Content Marketing è a buon mercato!
Purtroppo è opinione diffusa che il content marketing sia l’alternativa
a buon mercato di altri metodi promozionali, come le relazioni pubbliche o la
pubblicità vera e propria. Mai esistito paragone più errato. I risultati del
content marketing non sono visibili in men che non si dica e probabilmente è
questo che porta a considerazioni errate. Anni di content marketing possono consentire
raggiungere ottimi risultati in termini di viralità e questo deve
necessariamente essere tenuto in considerazione nel budgeting.
Mito n. 5: Chiunque può occuparsi del Content Marketing!
Niente
di più falso! Il content marketing è una vera e propria disciplina che richiede
talento, capacità e precisione, oltre che conoscenze specifiche. Oggi le
aziende richiedono in misura sempre maggiore professionisti del settore per il
content marketing: dai giornalisti ai reporter, ai digital strategist. E la
lista è lunga, considerando le diverse specializzazioni che lavorare sul web
sta creando.
Che
ne dite? Ci sono altri falsi miti che andrebbero assolutamente smentiti?
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