venerdì 28 febbraio 2014

Il coraggio di essere freelance. Intervista a Giuseppe Franco.

Dopo il post “Web writing: il testo non è un fast food. Intervista a Giuseppe Franco”, come promesso, ecco la seconda parte dell’interessante intervista a Giuseppe, esperto di coaching, comunicazione e formazione.

Se nella prima parte sono stati presi in esame aspetti specifici della comunicazione, del giornalismo 2.0 e del web writing, il focus della seconda parte dell’intervista si è concentrato soprattutto sulla motivazione e sulla spinta che porta un freelance ad intraprendere una strada del genere. Ecco la prima risposta di Giuseppe Franco...





Qual è la motivazione che spinge un freelance ad intraprendere un percorso di questo tipo?

E’ impossibile stabilire a priori un percorso valido per tutti, ciascuno ha alle spalle esperienze diverse e motivi diversi che giustificano una scelta di questo tipo. E’ certo però che, a prescindere dalla particolarità di ciascun percorso, alla base della scelta di un freelance ci sia la volontà di sentirsi libero, di non soffocarsi nella classica vita da impiegato. Questa sicuramente è una motivazione che spinge molti a creare qualcosa di nuovo.

E’ necessario, comunque, sottolineare che alla base della motivazione di solito possono esserci due spinte diverse: la passione per qualcosa che ci piace tanto oppure la fuga da qualcosa che non ci piace, che ci infastidisce, che ci fa del male. Pensiamo, ad esempio, a coloro che smettono di fumare. Spesso lo fanno quando si trovano davanti un medico che riferisce loro che non stanno bene. Dipende sempre e comunque dai casi specifici.





Una forte motivazione da sola basta per avere successo?

Dunque, assodato che la motivazione si basa essenzialmente su due leve fondamentali, il dolore e/o il piacere, è necessario sottolineare che da sola non basta. La motivazione, infatti, deve essere seguita da un buon piano di azione. Non avere un piano d’azione equivale a creare i presupposti per l'avanzata dei cosiddetti killer della motivazione. E’ come se decidiamo di fare una gara e, una volta partiti, ad un certo punto ci fermiamo perché ci manca il giusto allenamento per poter proseguire.

-    Per saperne di più sui killer della motivazione, vi consiglio i podcast di Giuseppe Franco. -

Che consigli daresti ad un freelance sul punto di mollare?

Innanzitutto chiederei chiarimenti sul motivo che lo ha portato a questa scelta: se si tratta, ad esempio, di un momento particolare, se non riesce a trovare clienti, se non è soddisfatto. Poi lo inviterei a concentrarsi sui risultati ottenuti, a fare un bilancio, insomma. Spesso ci si concentra sulle cose negative e non su quelle positive e ci si demoralizza. Cercherei di capire se effettivamente è stato messo in atto un piano d’azione adeguato per gli obiettivi prefissati. Cercherei, insomma, di indagare nello specifico su cosa è successo. Si tratta di momenti necessari per capire quello che obiettivamente è accaduto e per poter imboccare certe strade piuttosto che altre. Solo dopo un’attenta analisi di questo tipo si può proseguire con una valutazione sul da farsi.

Sei un freelance? Hai mai vissuto momenti di sconforto? Che ne pensi? Lascia un commento!

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