venerdì 21 febbraio 2014

Web writing: “il testo non è un fast food”. Intervista a Giuseppe Franco.

La “vitamina C” è un fattore di primaria importanza nell’ambito del web writing. Un argomento che ho trattato nel post “Web writing: fai la differenza con la Vitamina C!” e che ho scelto di approfondire mediante un’intervista a Giuseppe Franco, autore di "Giornalista 2.0. Le 5W con aggiunta di vitamina C”.

Ecco come Giuseppe ha risposto alla prima domanda…

Da dove nasce la metafora della vitamina C?


Si tratta essenzialmente di un appiglio. Ricordo quando ero piccolo e avevo l’influenza. Mia madre mi suggeriva sempre di prendere la vitamina C per star bene. Quindi, parallelamente, la vitamina C è un elemento fondamentale per “star bene” sul web oggi.






La vitamina C declinata in Creare, Collaborare e Condividere. Come spiegheresti ciascuna C-action?

Creare qualcosa di nuovo, per distinguersi ed essere in grado di lasciare il segno, ad esempio, assumendo un punto di vista diverso.
Collaborare è sempre più semplice con i mezzi moderni ed è molto importante.
E infine, condividere contenuti propri e anche altrui sul web attraverso tutti i mezzi a disposizione, a partire dai social network che rendono tutto molto più semplice. La condivisione dei contenuti altrui, selezionati in base a determinati criteri, sicuramente è sinonimo di valore aggiunto.

Come cambia il ruolo del redattore/giornalista con il web 2.0?

Tantissimo. Non c’è più l’immagine del giornalista di una volta alla ricerca delle notizie e delle fonti. Ora sono le fonti che inseguono il giornalista ed è proprio lui che deve saper scegliere e trarre il meglio da ciò che gli sta attorno.

Ma qual è il punto di partenza?

Fondamentalmente capire ciò che fa notizia. Occorre saper valutare e selezionare la notizia e poi condividerla.

Quale spinta porta il redattore/giornalista a capire cosa effettivamente può essere una notizia? E’ intuito? Fiuto?

Credo che gli ingredienti, che rimangono comunque costanti negli anni, siano essenzialmente due: curiosità e passione, che confluiscono nella C di Creare. Altro elemento molto importante è la capacità di mettersi in un’ottica diversa. Ad esempio, una notizia può essere declinata assumendo punti di vista differenti a seconda che si scriva per un blog di metalmeccanici o per un blog di mamme. Bisogna saper mettersi nei panni del target e adottarne il punto di vista.

Qual è la relazione tra la “vitamina C” importante nel web writing e i social network? Che ruolo hanno questi ultimi?

I social network oggi sono diventati importanti strumenti per la socializzazione e semplificano la condivisione. Sottolineo la semplicità di questi mezzi, ma allo stesso tempo vorrei evidenziare il fatto che bisogna anche saperli utilizzare. Basta considerare il linguaggio diverso di ciascuno. Il concetto che si vuole esprimere non cambia, ciò che cambia è il format. Su Twitter, ad esempio, bisogna comunicare in 140 caratteri, mentre in Pinterest occorre seguire la logica delle immagini, con una concezione del tutto diversa dalla pubblicazione delle immagini su Twitter. A prescindere dal format diverso occorre tener presente comunque sempre il target, sul quale si deve tarare la comunicazione.

Cosa significa esattamente che le regole del web 2.0 portano il redattore a sviluppare una forma mentis intertestuale, multimediale e interattiva?

Il vecchio sistema di scrittura è ormai acqua passata. Il redattore ormai non scrive più di getto, ma sviluppa un tipo di scrittura strategica. Prima di iniziare a scrivere immagina il testo in modo intertestuale, aggiunge dei link di approfondimento, inserisce materiali multimediali, come immagini e video.


Questi elementi non devono essere collocati necessariamente alla fine del testo, ma, tanto per non perdere la metafora del cibo, possono essere pensati come la lattuga all’interno di un sandwich. E non accanto, come fosse il contorno. Perché i link e gli approfondimenti vanno pensati come parte integrante del testo e non dei semplici link da aggiungere alla fine. L’obiettivo è sempre quello di creare un rapporto duraturo con i lettori, far sì che si possa evitare il cosiddetto “mordi e fuggi!”.  


Il testo non deve assolutamente essere un "fast food" per il lettore. 

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Ma l’intervista non finisce qui. Essendo Giuseppe Franco anche un esperto di formazione e coaching, durante l'intervista sono stati presi in esame importanti aspetti legati alla motivazione che sta alla base di chi intraprende un percorso da freelance. Pubblicherò il resto dell’intervista prossimamente e ti consiglio di non perderla, considerando gli importanti aspetti emersi.

E tu? Che ne pensi di scrittura strategica, forma mentis interattiva, intertestuale e multimediale?


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